La Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD), un'ex colonia spagnola abitata da nomadi, viene riconosciuta ufficialmente nel 1980 durante la Conferenza al vertice dell'OUA, dopo le vittorie militari conseguite dal Fronte Polisario nei confronti del Marocco, che rivendica la propria sovranità sulla zona, ricca di giacimenti di fosfato e nelle cui acque si trova una delle maggiori riserve di pesca. Pochi mesi dopo l'Onu richiede il ritiro del Marocco dal Sahara.
Nel 1990 i rappresentanti del Marocco e del Fronte Polisario discutono un codice di procedura per la realizzazione di un referendum per l'autodeterminazione del popolo saharawi, che avrebbe dovuto svolgersi nel 1998, ma il Marocco continua ad ostacolare l'evento: la difficoltà maggiore rimane nel definire chi ha diritto al voto.
Nel marzo 2006 il re del Marocco Mohammed VI, a conclusione di una visita nei territori occupati del Sahara Occidentale, ritorna a proporre l’"autonomia" per il Sahara Occidentale. Il re conferma l’intenzione di non voler cedere un solo granello di sabbia del Sahara Occidentale, facendo finta di dimenticare che la monarchia ha concluso 30 anni fa un accordo con la Mauritania per la spartizione dell’ex colonia spagnola. Di questa autonomia non si conoscono molti dettagli ma di ciò che si sa finora basta e avanza. In primo luogo il re conferma il rifiuto del referendum di autodeterminazione, è la sua posizione fin dal 28 settembre 2000 a Berlino quando rigetta l’accordo col Fronte Polisario del 1988 e il Piano di Pace formulato dall’Onu e arrivato ormai in dirittura d’arrivo con l’identificazione degli aventi diritto al voto.
Un piano di pace, con un periodo di autonomia, è stato presentato dall’Onu nel 2003, accettato dal Polisario e rifiutato dal Marocco. Prevede che, alla fine di cinque anni di autonomia, la popolazione del Sahara Occidentale, 84.000 sahrawi e circa 200.000 coloni marocchini possano votare, con precise garanzie internazionali, per scegliere tra l’indipendenza, l’autonomia o l’integrazione pura e semplice nel Marocco. Alcune associazioni democratiche marocchine spiegano il rifiuto incomprensibile di Mohammed VI con il suo terrore di vedere i marocchini poter votare per la prima volta nella storia del regno in modo del tutto libero, e pertanto poter scegliere di costituire insieme ai sahrawi uno Stato democratico.
Laboratorio didattico organizzato dal Centro di Studi sull'Africa contemporanea (CeSAC) dell'Università di Napoli "L'Orientale". Il ciclo di incontri, in lingua inglese, è rivolto agli studenti, ma aperto a uditori esterni.
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