Che Guevara e i suoi compagni. Uomini della guerriglia in Bolivia

Libreria Modo Infoshop Interno 4, Via Mascarella, 24/B, Bologna - domenica 22 maggio, ore 19

Presentazione del libro Che Guevara e i suoi compagni. Uomini della guerriglia in Bolivia, a cura di Enrica Matricoti  (Zambon 2016, pp. 442, euro 25,00)

Intervengo la curatrice e il documentarista Walter-Uliano Pistelli
 
LA STORIA NON-UFFICIALE DELLA GUERRIGLIA IN BOLIVIA

L’avvicinarsi del 50° anniversario della morte del comandante Ernesto Che Guevara e dei suoi compagni in Bolivia (1967-2017) rappresenta uno stimolo aggiuntivo per conoscere quello che fu l’ultimo periodo della sua vita, qui ricostruito e indagato da una prospettiva completamente originale e nuova
 
Si può rinunciare alla parte più intima, profonda e personale di se stessi? Si può giungere a sacrificare per il prossimo ciò che esalta la nostra individualità […]? Quale percorso umano può renderci capaci di un distacco così consapevole […]?
È possibile essere così calati nel proprio ruolo storico, sentirsi così partecipi di un percorso collettivo di un intero continente, da annullare la propria individualità, il proprio ego, per aiutare altri popoli, anche sapendo che difficilmente si sarebbero potuti vedere in prima persona i risultati di tali sforzi, per le immani difficoltà previste da una simile lotta? Possibile? Al principio era un semplice dubbio, o forse più giusto dire incredulità, una sincera difficoltà ad ammettere come plausibile l’enorme livello di sacrificio accettato e affrontato consapevolmente da quegli uomini. Tuttavia la domanda era retorica […]
Era chiaro che Ernesto Che Guevara e i suoi compagni avevano superato limiti personali che noi occidentali siamo educati a ritenere congeniti e strutturali dell’essere umano, ineludibili […] il Che, così come i suoi compagni, non erano affatto super-uomini, non erano dotati di qualità straordinarie dal punto di vista fisico […]. Erano come noi. Scelsero di essere quello che furono e di fare quello che fecero. Il loro esempio proprio per questo parlava e parla a tutti noi. Non può e non deve essere solo una storia da studiare o da ammirare, il senso del loro contributo risiede invece nell’esempio vivo […] lasciato come eredità morale a qualunque essere umano abbia il coraggio e la volontà di coglierlo.
(Enrica Matricoti, da Che Guevara e i suoi compagni)
 
Questo è un libro sì di carattere storico ma che, tuttavia, si sviluppa soprattutto su un piano privato e intimo. L’opera rende, infatti, per intero al lettore le testimonianze riguardo all’epopea boliviana (fine 1966-1967) da parte dei familiari dei guerriglieri e di alcuni dei protagonisti diretti.
Le testimonianze sono state raccolte tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009 nel corso delle riprese di un documentario. La forza degli interventi assieme alla possibilità, accordata a Enrica Matricoti, di pubblicare stralci delle lettere spedite dai combattenti alle famiglie, così come l’accesso a documenti originali – quali il diario di Bolivia del guerrigliero Pacho e quello, inedito, di Medico sulla campagna in Congo –, oltre alla presa in visione di tante fotografie di famiglia, hanno costituito una spinta irrefrenabile a organizzare il ricchissimo materiale all’interno di un unico volume, dove parole e immagini sono diventate specchio e supporto le une delle altre.

Durante la realizzazione delle interviste sono state scattate delle fotografie che, assieme a moltissime di quelle degli album di famiglia, costituiscono un materiale assolutamente inedito, l’interazione delle immagini (sia a colori sia in bianco e nero) con il testo va al di là della semplice descrizione narrativa.
Interviste, istantanee e documenti originali permettono di restituire in maniera viva ed emozionante il senso profondo della campagna boliviana, il significato della scelta di uomini che non esitarono a separarsi dai loro affetti più cari per seguire il Comandante Che Guevara nella lotta di liberazione di un popolo oppresso da una sanguinosa dittatura.
 
Testimonianze:
Il Che non pensò mai a un solo Paese, non ragionava in termini di argentini, americani o cubani: ragionava in termini internazionalisti, per l’interesse del mondo nel suo insieme. […] Questo è l’orizzonte a cui guardare, e verso cui tendere, per arrivare ad essere un rivoluzionario.
Orlando Borrego Díaz, amico personale e primo Viceministro di Ernesto Che Guevara nel ministero dell’Industria (1961-1964), profondo conoscitore del pensiero economico e politico del Che, nonché curatore della raccolta più completa dei suoi scritti e dei suoi discorsi pubblici
 
Lo spirito con cui fecero ogni cosa: è quello l’aspetto più bello.[…] C’era un contesto a cui la gente prendeva parte con un idealismo totale […]
A mio parere, per quanta istruzione si possa dare a un uomo, se la motivazione mentale, politica, non è legata a qualcosa che viene dal suo cuore, alla fine è tutto quanto falso […]
Così è come morirono i nostri padri […] Non glielo ordinarono, andarono volontari, ma se avessero detto loro che dovevano partire perché era un ordine, non avrebbe funzionato. Per di più, lo fecero per un sentimento tra i più alti. Fu un totale sacrificio, che riguardava non solo l’animo ma anche il corpo, una cosa impressionante.
Jorgé Martínez, figlio di José María Martínez Tamayo e nipote di René Martínez Tamayo, due dei combattenti che morirono in Bolivia
 
Hanno detto di Che Guevara e i suoi compagni:
Il lavoro di Enrica Matricoli è pregevole sotto almeno tre punti di vista. In primo luogo ha il merito di inquadrare con chiarezza la vicenda boliviana nel contesto storico dell’America Latina di allora.
In seconda istanza, si tratta di un lavoro assai curato sia dal punto di vista storiografico, sia, soprattutto, nell’ottica di mantenere viva la memoria. In America Latina le classi dominanti fanno di tutto per ridurre all’oblio il Plan Condor, le operazioni di sterminio contro le comunità indigene e il ruolo delle guerriglie sviluppatesi nel ventennio 1960-1980, per cui ricordare l’eroismo dei caduti non solo per Cuba, ma per l’intero continente, rappresenta senza dubbio un valore aggiunto del volume. […]
Infine, tramite le testimonianze dei familiari, il guerrillero heroico e i suoi compagni non sono più visti esclusivamente come eroi romantici, ma come giovani uomini in carne ed ossa che, consapevoli del ruolo che aveva assegnato loro la Storia, mostravano la loro umanità, il loro carattere, debolezze e punti di forza di fronte a prove sempre più ardue che il destino metteva loro di fronte.
David Lifodi - Le Monde diplomatique
 
Enrica Matricoti (Bari 1977). Cresciuta a Bologna, si laurea in Filosofia e si diploma come cantante-attrice presso la Bernstein School of Musical Theater.
Studiosa di Storia Latino-americana, è membro del comitato di redazione internazionale della Fondazione Guevara in Italia.
A Bologna, nel 2007, Matricoti porta in scena il monologo teatrale Es Sudamerica mi voz; lo spettacolo verrà rappresentato nel 2009 presso l’Unión de Escritores y Artistas de Cuba a L’Avana, nell’ambito dei festeggiamenti per il 50° anniversario della vittoria della Rivoluzione. Sempre a L’Avana nello stesso anno, riceve il riconoscimento dell’Università dell’Adulto Mayor e del Museo della Fragua Martiana «per il suo contributo all’approfondimento delle idee di José Martí». Attualmente Enrica Matricoti vive a Cuba dove lavora come redattrice e reporter per l’emittente “Radio Havana Cuba”. Che Guevara e i suoi compagni. Uomini della guerriglia in Bolivia è la sua prima pubblicazione d’interazione testo-immagine.

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